Sui video nei Social, in Tv, rimaniamo affascinati dalla capacità comunicativa di personaggi famosi, professionisti in svariati campi e venditori. Come fanno a comunicare in modo così semplice e naturale? In realtà, quasi sempre ‘saper comunicare’ è il risultato di un processo, di prove ed errori, di ripetizione e di allenamento. L’arte del public speaking segue tecniche ben precise e non va sottovalutata. L’ars dicendi ha sempre affascinato sin dall’epoca antica quando sono passati alla storia per i loro sermoni famosi oratori come i greci Lisia e Demostene, i romani Quintiliano o Marco Porcio Catone…
Nella costruzione di un discorso, alcune regole che a noi appaiono nuove hanno, in realtà, origini antichissime, cambiano i mezzi ma alcuni standard rimangono eterni!
Tuttavia i nuovi canali tecnologici e il pubblico moderno mettono a dura prova chi si cimenta in riunioni di lavoro, seminari, meeting aziendali. Il pubblico è sempre più esigente ed istruito, la velocità con cui accediamo alle informazioni lo rende sapido di conoscenze, la sete di emozioni crea impazienza. La paura del confronto con gli abili comunicatori del momento è in agguato. Agganciare il pubblico e trasferire contenuti può oggi sembrare per alcuni un’impresa titanica perchè viene messa a dura prova la propria assertività ed autostima, la gestione delle emozioni e dello stress da contestazione. L’anima della competenza non è altro che lo studio e l’esercizio. Va stabilita la strategia, inquadrato l’obiettivo, focalizzati target e aspettative e quindi messa in atto la tecnica nella gestione dei contenuti e della semantica. Nel linguaggio non verbale, invece, è utile l’arte del teatro che parte dalla consapevolezza della propria fisicità e cinesica. Il public speaking è di nuovo un viaggio dentro al proprio iceberg per tirar fuori capacità ancora inedite.